II - 'REGNUM TEUTONICUM'

"Ein Volk, ein Reich, ein Führer!" In alto,
nell'estrema del male roccaforte,
Germania dava all'universo assalto.

Bandiere dell'infamia e della morte,
dalle ceneri sorte della guerra,
uncinate di croci orride torte,

signoreggiavan già quasi la terra,
di slancio conquistatasi repente
Europa intera e un vasto retroterra,

per volontà di un Capo onnipotente,
che alzare volle inenarrabil forni
per farsi più necessità presente,

in terribili scuri estremi giorni,
tedesco inarrestabile ciclone ,
per già sofferti umiliazioni e scorni.

E quando, nell'estrema convulsione
del Reich, l'ora giunta del destino,
per nefanda d'Ebrei persecuzione,

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Colonia e Amburgo e Monaco e Berlino,
in giorni fatti d'ansietà roventi
d'un tempo giunto prossimo vicino,

per d'Alleati oscuri intendimenti
nella terra straziata di Germania,
voragini, crateri, abissi ardenti,

(follia del mondo, universale insania!),
per orgia inarrestabile di sangue
e di vendetta furibonda smania!)

Nel tempo apocalittico vicino
che avanzava qual rullo compressore
per scuro irreversibile cammino,

del sovietico atroce occupatore,
di là d'ogni pietà, d'ogni clemenza,
giunto il tempo dell'ira e del furore,

per asperrima e cieca resistenza,
schiacciata dalla forza e dal terrore
scatenatisi all'ultima potenza,

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d'insuperato e mai veduto orrore
d'una fatale destinata sorte
di sgomento, di lacrime e dolore,

quando si spalancarono le porte
di Germania alle forze dell'abisso
in una sanguinosa orgia di morte

(e donne violentate crocifisse
sulla soglia di vecchi cascinali,
che talun vide che pietà trafisse,

e torce farsi incandescenti eguali
di soldati tedeschi combattenti
per rischiarare nella notte i viali,

di giovani, di vecchi, d'innocenti,
nei giorni sacri di Liberazione,
tramutati in tizzoni incandescenti,

d'umanità trionfo e di ragione,
della nuova cristiana fratellanza,
di sovietica rossa occupazione,

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nei dì che rifioriva la speranza,
di sopra giunta con i carri armati
attesi con spasmodica esultanza,

d'uomini in massa in piazza fucilati,
d'una gente razziata e via condotta
a lavori impossibili forzati,

alla disperazion nera ridotta
per ordine così nuovo deforme
in milioni di vittime tradotta!

(numero immenso, ismisurato, enorme
di gente con la forza sradicata
nel tempo nuovo disperato informe,

d'una gente già profuga, braccata
da arcangeli di morte e distruzione,
da nessuna pietà salvaguardata!).

Orrida, apocalittica incursione
per di vendetta irrefrenabil smania,
nel silenzio di Dio, della ragione,

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per trafiggere al cuore la Germania
tra faide democratiche moderne
e devastante universale insania.

E una gente di grotte e di caverne,
a vita trogloditica ridotta
in condizioni disumane inferne,

alla resa negatasi e alla rotta
scura, incondizionata, piratesca,
volontà di rapina ininterrotta,

titanica superba gigantesca
orgia s'ebbe di sangue e distruzione
sulla Firenze sassone tedesca.

Colossale ciclopica incursione,
ai confini dell'ultimo occidente,
per integrale universale arsione,

per pace di Cartagine incombente
d'una epoca compiuta di giustizia
d'un tempo incomprensibile presente,

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annientata nel mondo ogni ingiustizia
per sovietica rossa occupazione
e l'impero del male e la nequizia!

Atroce, apocalittico taglione,
eruttante vulcanico cratere
per esito di morte e distruzione,

fu Dresda, inconsumabile braciere,
a sfregio di teutoniche cassandre,
d'esuli masse e di raminghe schiere,

tra fulminate incinerite mandre
gettatesi nel fuoco a capofitto,
serrate dentro come salamandre.

Nel caos inarrestabile incombente,
furioso, riformatosi d'un tratto,
d'un ciclone terribile presente,

terreo era ognuno livido contratto,
gli sguardi accesi dilatati fissi,
da una paura folle contraffatto.

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Predava il fuoco ininterrottamente
nello sbigottimento e nell'orrore
il destino dell'ultimo occidente,

tra l'odio indistruttibile e il furore
per d'Alleati meritorio zelo
d'un rogo immane d'inesausto ardore,

d'una colonna che montava al cielo
in fiamme, spazio di dannati rosso,
nel supremo germanico sfacelo,

con brandelli di stracci ardenti addosso,
da un inferno di demoni risorti,
della storia germanica a ridosso.

Duecentomila in fiamme uomini morti
per un calvario di straziata carne
di corpi umani incineriti e torti

di cui nulla poteva altri più farne
che un solo immenso ismisurato rogo
da cui cenere grigia e fumo trarne.

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In quel sacrificale unico luogo,
in una fossa come il male immensa,
della disfatta accomunati al giogo,

nella disperazion d'uomini immensa
d'incubo interminabile presente
per la fine che incombe e che s'addensa.

'Dresden kaputt!' Il vento d'occidente
tra superstiti pochi e avanzi scarsi
nel tempo incomparabile presente,

da fiamme inconsumabili levarsi
pareva, seguitando il suo cammino,
in volontà di lotta tramutarsi,

soffiando sui bastioni di Berlino
nello spasimo alzato di passione
contro il cielo, l'inferno ed il destino.

'Die Fahne hoch!' Di là d'ogni ragione,
di là del tempo umano e della Storia
d'incombente terribile ciclone,

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nel tempo dell'infamia e della gloria,
di milioni e milioni assassinati
nei forni che annientavano ogni scoria,

per zelo meritorio d'Alleati.
d'incontenibil cieca ultima smania,
inno si alzò di popolo e soldati

là, nell'immenso rogo di Germania.